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Artisti che cercano label: excursus ironico (dedicato a Christian)

Di Staff
Data di pubblicazione 10/06/2013


Breve excursus ironico su varie entità del mondo della musica italiano. Ogni riferimento a cose o persone realmente esistenti è puramente casuale. Lo dedichiamo ad un amico che ci ha chiesto espressamente un articolo sul tema.

La rock band di ragazzi “con il cd finito”:

Hanno in genere un cd prodotto, suonato, masterizzato e finito. Non sanno che i cd nel 2013 non si vendono. E non sanno che oggi chiunque si stampa cd. Lo presentano con tanto di copertina, booklet e plastica sopra. Cercano un’etichetta anche se hanno già svolto questo lavoro per conto proprio. Lo hanno svolto per far aumentare il potere d’acquisto del brand senza calcolare che ad un direttore artistico di una label basta guardare dove suoni, come suoni e quanta gente ti segue per capire il tuo potere d’acquisto. Il sound spesso ci riporta ai tempi di “Mani Pulite” quando va bene, ma non hanno pertanto alcuna voglia di farsi lavorare musicalmente, dato che hanno già speso soldi per la stampa. Avrebbero bisogno di un’agenzia di booking e di un promoter, non di un’etichetta, ma le agenzie non li seguono perchè spesso non hanno pubblico, e i promoter costano, specie se sono bravi. Purtroppo vengono spesso inglobati da “finte label” che sono in realtà aziende che fanno distribuzione tramite contratti artistici.

Gli arrivisti:

Sono simili al profilo precedente, ma hanno la caratteristica di cercare, con tutti i mezzi di cui dispongono, di diventare famosi. Cercano un’etichetta, ma l’unica cosa che desiderano è il contratto artistico di una label grossa, meglio se major. Ma come status symbol. Più è vincolante, più forte è lo status symbol. Questo li rende estremamente problematici in qualsiasi trattativa. Anche se si parla di una cessione master, essi rimangono convinti che sia un contratto artistico vincolante. Cercano la fregatura, anche quando non c’è, perchè essere fregati da una label è storia del rock, è capitato anche ai Queen. Creano un sacco di perdite di tempo alle piccole indie, che hanno in lista nei contatti mail a grappoli di centinaia. Hanno pretesa di gestire totalmente il pacchetto discografico anche se si dovrebbero occupare semplicemente di far delle date. Se non fanno date è colpa della indie, anche se la indie non ha firmato per dargli delle date, ma semplicemente per fargli il disco.

La band di ragazze:

C’è sempre un uomo dietro che tiene in mano il gioco. In genere lavora come produttore artistico con velleità da promoter, è un  man-to-go al 100% con cui è molto difficile parlare.

La band di ragazze arriviste:

L’uomo dietro le quinte, e man-to-go al 100%, è arrivista.

La finta label

Pot-pourri di servizi, dal booking alle edizioni. Spesso c’è da spendere dei gran soldi. Fanno in genere licenze sui brani prendendo nel pacchetto anche l’artista tramite contratti improbabili. La giocano tutta sulla necessità fottuta delle band di “pubblicare un cd”, per essere gente che è sui cd, ma si fanno pagare il servizio stampa dei cd da contratto. Se lavorano bene, e con costanza, nel roster arrivano a disporre di diverse band, generalmente artisti con facce aggressive che cercano di entrare nella storia della musica con immagini desaturate. Noi collezioniamo tutte le mail delle label che scrivono ad artisti che stanno collaborando con noi. Quando, dopo mesi di lavoro per costruire da zero un progetto discografico e produrre un LP, ti accingi a pubblicare, ecco che proprio durante la partenza della promozione/uscita del disco arrivano le prime mail: “Se vieni da noi ti stampiamo 500 cd a 2000 euro e tu in cambio ci dai le edizioni”. Proposte del genere. Ma se noi scegliamo di lasciare un brano edizioni-free per dare libera scelta all’artista, non lo facciamo certo per auto-impedirci di pubblicarlo! Giocano sul fatto che gli artisti spesso ignorano la differenza fra diritto fonografico (label) e diritto d’autore (editore), nonchè i propri diritti in generale (di cittadini, a volte). Essendo noi una label che produce e vende musica, è chiaro che mentre un’artista sta lavorando con noi non se ne va da un altro. In realtà può succedere che, se l’artista è particolarmente arrivista, prima ci fa creare da zero il brand e poi una volta soddisfatto progetta uno svincolo automatico per passare “di livello”: questa è cosa di cui teniamo conto in quanto è parte del nostro mestiere, ma se questo artista è solo arrivista e non scemo si svincolerà comunque DOPO, non mentre gli stiamo facendo il disco! (Ci vantiamo di un dato significativo: in Miraloop Hearts tutti gli artisti che hanno pubblicato con noi erano alla loro PRIMA pubblicazione di sempre)

Post Scriptum. Se siete artisti e non avete ben chiari certi argomenti e volete saperne di più, noi supportiamo, in quanto soci, questa realtà bolognese che promuove l’insegnamento del diritto alla musica: www.notelegali.it Con pochi euro di iscrizioni avrete consulenza annuale di alto livello. Non ve ne pentirete!

Post post Scriptum. Ovviamente è un excursus ironico. Sappiamo bene quanto valore c’è nel mondo della musica e quanta passione. Non si fa ovviamente di tutta l’erba un fascio, giusto si ride di alcuni fasci d’erba







           

 




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