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Hiroshima Mon Amour, canzone sugli amori impossibili

Di Cecilia Cavalieri D'Oro
Data di pubblicazione 01/02/2015


Oggi parliamo d'amore. Ebbene si! Avete mai provato una passione davvero travolgente, un sogno che sembra vero? Vi è poi capitato improvvisamente di fermarvi, raccogliere tutte le vostre forze e non ascoltare quei suoni, quei profumi che vi fanno impazzire? Questo si chiama "amore impossibile". Non è chiaro da cosa si fugge, ma si fugge in fretta. L'amore impossibile, di solito si consuma in un tempo molto breve, ma non è detto, ci sono amori impossibili che si rinnovano e vivono in eterno. Se mai vi fosse capitato un "amore impossibile" vi sarà altrettanto impossibile dimenticarlo. Nel cinema di amori impossibili ne abbiamo visti tanti, ne vogliamo ricordare uno in bianco e nero, un capolavoro della Nouvelle Vague: Hiroshima mon amour. La censura italiana nel 1959 effettuerà su questo film un taglio totale di 75 metri per scene o parte di esse considerate immorali, raccapriccianti, offese al pudore.
Per noi Hiroshima mon amour è prima di tutto un film sull’amore, sul bisogno e sull’impossibilità di amare.

Una città in macerie, che ricomincia a vivere dopo una delle più grandi atrocità mondiali, la guerra atomica. Un uomo e una donna s’incontrano, s’innamorano. Lei (Emmanuelle Riva) è un’attrice francese venuta ad Hiroshima per prendere parte ad un film sulla pace, “Cosa vuoi che girino a Hiroshima se non un film sulla pace?”. Resterà poco, giusto la durata delle riprese. Lui (Eiji Okada) è un giovane architetto, a Hiroshima ci vive, ci lavora, non se ne staccherà mai. Nessuno dei due ha vissuto direttamente lo scoppio della bomba atomica, ma sono lì, spettatori come noi. “Tu n'as rien vu à Hiroshima.”, ci sentiamo ripetere durante il film.
Hiroshima ricomincia a vivere ma continua a morire, Resnais ce lo mostra con diverse immagini, interpone i corpi giovani dei due amanti, con altri corpi sfogliati dalle radiazioni. La cenere di Hiroshima cade sui due amanti, quasi a sorprenderli, come se non fossero lì di fronte a quell’orrore, mentre l’amplesso li travolge.
Un uomo e una donna senza nomi si spogliano e si raccontano attraverso due città, Never e Hiroshima. Hiroshima e Never si mescolano davanti allo spettatore, così come le parole dei due amanti.
Un amore così intenso da consumarsi in pochi giorni. Così crudele, da voler raccontare le proprie sofferenze senza cercare comprensione alcuna, così maturo da non voler mentire, un amore che deforma. Resterà per sempre lì, ad Hiroshima.
Lei crede di averlo sempre saputo, come se si aspettasse di trovare ad Hiroshima quella voglia di vitalità, di adulterio, ma alla fine fuggirà dallo sguardo di lui, dai baci ai quali non potrebbe resistere, senza voltarsi indietro.

E’ adulterio per entrambi, ma non è solamente per questo che i due sono consapevoli che la loro unione sarà breve e destinata ad essere dimenticata. E’ l’anima stessa, che con la stessa potenza con cui si apre si richiude su se stessa, imperturbabile, glaciale: “So che ti dimenticherò, sento che già ti dimentico” gli urlerà lei, portando con sè contemporaneamente passione e distacco.
Vorremmo che aveste visto tutti questa meravigliosa pellicola (fresca di restauro dalle sapienti mani della Cineteca di Bologna), ma se non l’aveste fatto o non lo farete perché rifiutate ogni tipo di film che parla d’amore, confidiamo che almeno uno tra voi abbia incontrato, o forse sfiorato, il suo "amore impossibile". Vecchi o giovani, sognatori o disillusi, anche se cercassimo l’amore in ogni sguardo, non saremmo mai preparati abbastanza al suo arrivo.
Vi dedichiamo questa canzone, potete farne ciò che volete, ascoltarla soli soletti, o dedicarla a qualcuno: è la dichiarazione d'amore perfetta!







           

 




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