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Il rock è vivo o morto? Quando, come, perchè: Musica VS Marketing

Di Gerolamo Sacco
Data di pubblicazione 05/03/2017


Ciao a tutti. Voglio dedicare questo articolo sulla storia del rock sia agli appassionati di musica, ma anche di branding o antropologia. Anche a chi è semplicemente curioso e sta cercando una nuova ispirazione. Se conoscete già i titoli che elencherò la durata di lettura sarà di pochi minuti, compreso ascolto finale. Il tema è la musica rock: alcuni sostengono a gran voce che il rock sia morto da un pezzotanti altri invece pensano che sia ancora vivo, in mezzo a noi. Io stesso ero in dubbio, così ho deciso andare a fondo della questione. Diciamo che se parliamo da un punto di vista hobbistico, amatoriale, ricreativo, il rock oggi è più vivo che mai, come il modellismo, il calcetto e lo yoga. E su questo non c'è dubbio. Se parliamo dal punto di vista artistico, invece, avrete la risposta solo alla fine dell'articolo. Per fare un piccolo spoiler, partiamo dal presupposto che quando una scena artistica non è in grado di rinnovarsi, oppure quando perde tutto il suo spirito o messaggio originario, quella scena artisticamente parlando è morta. Ma c'è anche da dire, però, che se Elisa cambia nome in Elena, non significa che Elisa non esista più, basta saperla riconoscere. E vi ho già detto troppo :). Buona lettura!

Gli anni '50. Nasce il rock. Genere, stile, movimento culturale che ha 5 precise caratteristiche.

Partiamo con il dare una definizione di musica rock così com'era in origine.

Il Rock, abbreviazione di Rock'n'Roll, è una di musica che nasce negli USA anni '50 dalle avanguardie dei generi musicali di tutte le culture popolari americane, e si impone immediatamente come una rivoluzione che ha 5 tratti fondamentali:
1) mescola radici musicali bianche con radici musicali nere, prendendo forma da tutte le culture precedenti.
2) è musica popolare ed è musica da ballo.
3) utilizza le nuove tecnologie per creare nuovi suoni.
4) è musica carica di energia positiva.
5) promuove trasgressione, ribellione, ribaltamento dei valori precostituiti.

Tra musica nera e bianca, tutta da ballare spettinandosi, con nuovi suoni e nuove tecnologie, una grande carica positiva e un sano vaffanculo a chi suonava prima, il rockè una delle ventate più rivoluzionarie della storia della musica occidentale. Voglio che non diate affatto per scontate le caratteristiche che ho appena elencato. Come vedremo, infatti, oggi quello che viene chiamato rock è l'esatto contrario. Oggi lo so che non pensate al rock come musica afroamericana, ma all'inizio lo era. Addirittura era musica talmente black che all'epoca, quando erano i bianchi a suonare, si parlava ironicamente di Rock-a-Billy anzi che di Rock'n'Roll. Non date per scontato neanche che il rock sia musica da ballo. Oggi forse lo è? Attenzione: non sto dicendo ballabile, sto dicendo proprio da ballo; perlopiù un ballo rivoluzionario, un sano e libero sfogo di puro intrattenimento che si sostituì ai balli organizzati e di coppia. Non date per scontato neanche che fosse musica tecnologicamente innovativa; forse la chitarra oggi non è simbolo di tecnologico, ma all’epoca le nuove tecnologie erano proprio quegli strumenti ad energia elettrica (chitarre, bassi elettrici, poi synth e tastiere), cosi come i nastri magnetici. Infine, non dimenticatevi che il rock delle origini era una musica allegra, positiva, carica, cosa che lo differenziava per esempio dalle malinconie dei blues. Non date per scontato nulla e...andiamo a vedere cosa succede, partendo dagli anni '60.

Gli anni '60. Il rock perde il primo pezzo: le sue radici black.

Complice il fermento culturale, di cui il Rock stesso è una bandiera sin dal dopoguerra, tra il 1968 ed il 1971 abbiamo i più grandi capolavori della storia del Rock di sempre, dopo un decennio in cui pietre miliari come Stones, Beatles e California Dreaming(mi viene sempre in mente la canzone prima della band) spianano un'autostrada di creatività quasi inimmaginabile. Sono gli anni del Vietnam, dell’emancipazione, gli anni delle rivoluzioni. Santana, Joplin, Doors e tanti altri riscrivono letteralmente la storia della musica. Ma è proprio negli anni Sessanta che il Rock si spoglia delle radici culturali nere, che si separano producendo forme autonome di Rock come il Ryhtm’n’Blues, che diventerà il rock dei neri. Hold'on I'm Coming e Gimme Some Lovin' sono il simbolo del nascente R'n'B. Durante questa separazione alla nascita, la giovane scena Rock spogliata dalle sue radici nere riscoprirà il folk, che è bianco, così come il country, ancora più bianco, che più bianco non si può. Un processo irreversibile che, trent'anni dopo, genererà mostri come la rivalità fra rapper e metallari. Alla luce di questo, tanto di cappello ai Blues Brothers e a quello che compiranno circa venti anni più tardi, e cioè riscoprire il legame tra musica dei bianchi e musica dei neri, ma sarà soltanto un film. L'ultimo nero del rock è Jimi Hendrix, l'uomo che decise, da solo, come si sarebbe dovuta suonare la chitarra elettrica da lì in poi. Morirà, coincidenza, proprio nel 1970.

Questo tuttavia non sembra danneggiare particolarmente la scena. Quando si affacciano gli anni Settanta il rock mantiene salde tutte le altre sue grandi caratteristiche che lo hanno reso rivoluzionario. Il rock è diventato bianco, ma rimane musica innovativa, popolare, ribelle, e da ballare. Nel 1968, infatti, non esisteva la musica dance, se volevi ballare c'erano Born to be Wild e i On the Road Again dei Canned HeatNiente male. Ma gli anni Settanta, come avrete intuito, cambieranno non poco le cose. Dividerò gli anni Settanta in tre parti.

Gli anni '70 - PARTE 1. Il rock smette di essere musica da ballare.

La separazione tra il Rock e il ballo avviene negli anni Settanta proprio dopo il periodo d'oro delle hits sessantottine come Born to be Wild, per dirne una. Il Rock diventa musica da ascoltare "da seduti" e lascia il ballo a tutto il versante della musica nera che ormai, del rock, se ne fotte altamente, da almeno vent'anni. I neri, dopo una mega scorpacciata di cipolle verdi (ovvero la mitica Green Onions) negli anni '70 daranno vita al funk e poi alla disco music. Il Rock, invece, perde talmente questa caratteristica. La fusione fra le ballate nordiche, la musica classica, lo spirito concettuale danno vita al cosiddetto progressive rock che realizza una quantità indescrivibile di capolavori ma allo stesso tempo tradisce lo spirito originale della musica rock. Anche negli anni Sessanta c'erano canzoni come Because dei Beatles o The End dei Doors, che non erano certo pezzi da ballare. I Beatles però erano anche quelli Polythene Pam (stesso album di Because, Abbey Road) e i Doors quelli di Break on Through (stesso album di The End, Elektra). Lo stesso i Led Zeppelin. Ma dal 1975 in poi il ballo diventa un tabù.

Vi starete chiedendo come mai. La gente negli anni Settanta aveva forse smesso di ballare? No, anzi: pare che proprio in quegli anni la gente si fosse talmente rotta i coglioni di stare seduta che, pur di muoversi, diviene disposta a sorbirsi veri e propri obrobri musicali (ognuno ha i suoi gusti ma c'è anche da dire che la bruttezza è una categoria oggettiva) come I Will Survive e YMCA.

Poi succede che per fortuna italiani, tedeschi e francesi portano alla scena musicale dance anche dei capolavori. Ad esempio I Feel Love di Donna Summer (Donna Summer = Giorgio Moroder con una turnista) che crea il panico in tutto il mondo già nel '76. O Plastic Bertrand che, dalla Francia, un anno più tardi esce con Tout Petit La Planete.

Ma il dado è tratto. Gli anni Settanta lasciano che siano altri a fare ballare, il rock ricerca la sua genuinità altrove. Tra il 1977 e il 1978, i neonati Police e pochi altri cercano di far muovere un po' il pubblico, ma un conto far musica che puoi ballare, un altro è musica da ballare, sono due cose diverse, specie in un momento in cui la neonata disco elettronica è già arrivata ai livelli di di Fade to Grey. Fade to Grey ma anche Meteor ManDirty Talk, ovvero tutta quella musica che oggi i rockettari chiamano il "rock anni Ottanta". In realtà questa è la dance degli anni Settanta, ma lasciamo perdere. Sta di fatto che come vogliate chiamarla, quella musica arriva in brevissimo tempo ad un livello di efficacia nel ballo tale che il rock, a confronto, sembra musica per ragazzi timidi.

Curiosamente, ciò che da origine alla musica dance è la stessa radice che da vita al Punk. Stesse esigenze, stessi casini. Curioso anche che il Punk non si chiami Rock. Non è una coincidenza. Il Punk, seppure in modo diverso rispetto alla disco(decisamente più disagiato), fa muovere parecchio. Ma ai rocker degli anni Settanta non importa nulla di far muovere. In quegli anni, complice il fermento politico e la critica musicale aggressiva che invade i pensieri di pubblico, artisti e giornalisti, si crea pure un problema con una delle principali caratteristiche della rock music originale, e cioè quella di essere musica popolare, per tutti. Altro che far ballare, qui il problema è addirittura piacere alla gente.

Gli anni '70 - PARTE 2. Il rock non vuole più essere pop e lo dovranno "raccogliere con il cucchiaino".

Succede proprio negli anni Settanta che il termine pop music viene a galla "come musica" e non come semplice condizione di essere popolare o meno, addirittura come musica contrapposta al rock. Come se il rock mandasse a fanculo la gente, si può dire. Alcuni di noi pensano che il pop nasca prima di questi anni, ma non è così. Prima degli anni Settanta quando si parlava di pop si parlava anche di rock, era la stessa cosa. Si parlava di Rocks vs Mods (virus capostipite) ma non di Rock vs Pop. Dalla seconda metà degli anni Settanta invece pop incomincerà ad essere usato per definire tutta la musica che riprende elementi esclusi dal giro del rock, ad esempio gli elementi black o dance che non siano propriamente r'n'b oppure Disco music. Insomma, il pop diventa una cosa musicale, di massa, un po' black, magari ballabile, che non è ne dance ne punk.

I Pink Floyd, con un po' di sano marketing concettuale, schivano la definizione di pop mettendo in scena un velo sul palco che impedisce al pubblico di vedere la band. Era il 1979. Personalmente trovo che i Pink Floyd si fossero già ritagliati il loro posto nella storia della musica con Relics, il loro disco del 1967, e che Julia Dream sia una delle canzoni più belle della storia della musica del '900 (opinione personalissima), di conseguenza sono convinto che non avessero assolutamente bisogno di fare gli intellettuali per piacere ai fighetti dell'epoca. Ma così è successo, e non gli è andata neppure male, perchè The Dark Side of The Moon è un capolavoro. Penso sia più musica classica che rock, personalmente non ci vedo nulla di rock (sempre per come è inteso il rock all'origine), ma rimane un capolavoro. Un po' come Abbey Road dei Beatles, che non è proprio rock, ma è un capolavoro.

Gli anni '70 - PARTE 3. Delle origini rimane la ricerca di nuove sonorità. Ma ora il rock rischia di scomparire.

La cosa bella degli anni Settanta, specialmente la seconda metà dei Settanta, sono i già citati Pink Floyd, ma anche tutte le avanguardie americane e tedesche (il cosiddetto Kraut Rock) e una marea di progetti davvero innovativi come Tangerine Dream, Popol Wuh e Can, perchè tengono viva la scena definita rock. Lo fanno grazie all'esplorazione di nuove sonorità che ora le tecnologie rendono possibili. Ma a livello di mainstream il grande pubblico si è già rivolto ad altri lidi. Perchè il concetto di rock in questi gruppi rimane in piedi in gran parte per il fatto di "non essere mainstream". Del resto, come dicevo prima, anche Because dei Beatles (1969) e Julia Dream (1967) dei Pink Floyd sono brani così, psichedelici, ma sono anche parecchio mainstream (bei tempi). E da un certo punto di vista non si può dare del tutto torto al grande pubblico. Personalmente adoro i Tangerine Dream e compagnia bella, ma non potrei ascoltarli tutti i giorni, sarebbe come andare dallo psicologo tutte le mattine. Per questo, quando gli anni Settanta volgono alla fine, il rock è diventato roba elettronica super cool, ma per pochi. Almeno rispetto a pochi anni prima. E sarebbe già morto, se non fosse che arrivano i fantomatici, incompresi, vituperati (e sputtanatissimi) anni Ottanta con un carico di dinamite. 
Dopo questi stravolgimenti totali, cosa rimane del rock originale?

Gli anni '80. Il rock rinasce, ma abbandonerà la ricerca di nuove sonorità. Verso l'auto-distruzione.

Gli anni Ottanta iniziano con i Pink Floyd, i Ramones, i Queen, i Police, Michael Jackson. C'è un po' di tutto. No, aspetta... Michael Jackson "non è rock" (MJ di questo ci rimarrà male e si sfigurerà la faccia per sembrare bianco, ma nessuno comunque dirà mai che è un rocker: MJ morirà artisticamente nel '97 con un pezzo orribile chiamato Blood on the dancefloor). Neanche i Ramones sono rock, perchè sono punk. I Police si dice che siano pop. Avete già capito che danni hanno fatto gli anni Settanta. Ma c'è una cosa positiva: nelle classifiche di vendita YMCA lascia il posto ad Another One Bites the Dust, anche se bollata dalla critica come una scureggia per imbonirsi il pubblico black, mentre I will survive di Gloria Gaynor lascia il posto a My Sharona degli KnackPezzi come I love rock'n'roll di Joan Bett & the Blackhearts diventano veri e propri inni delle nuove generazioni. Il rock è rinato. Tuttavia, se gli anni Ottanta fanno risorgere il rock, è anche vero che ognuno di noi ha un amico che dice "gli anni Ottanta hanno ucciso il rock". "Il rock degli anni Ottanta è brutto". "Il rock è stato distrutto dai tutti quei nuovi suoni tecnologici".

Qual è il vero motivo di questo misunderstanding? Questo punto io lo trovo interessantissimo, non solo per gli appassionati di musica, ma anche di marketing. 

Dicono tutti che le nuove tecnologie degli anni Ottanta hanno ucciso il rock ma in realtà, da qualsiasi punto di vista la vogliate vedere, succede l'esatto contrario. Dall'invenzione del sistema MIDI in poi (1983) il rock abbandonerà via via l'uso di nuove tecnologie, e lo farà per sempre. Inoltre critica pubblico musicisti tutti insieme appassionatamente stabiliscono che il rock, per essere vero rock, debba avere delle caratteristiche precise. Di sound, cioè sonorità, ma non solo: anche composizione delle band, capigliature, etc. Vi sembrerà scontato, oggi, che il rock abbia precise caratteristiche, ma negli anni Ottanta è una novità, non era mai successo prima di allora; pensateci bene, non avremmo altrimenti mai visto Little Richard e i Doors sotto lo stesso cappello: così era. Multinazionali, critici, musicisti e buona parte del pubblico si uniformeranno del tutto e questo produrrà, proprio a cavallo tra tra gli '80 e i '90, le prime copie. E poi ancora copie, copie e di nuovo copie.

Il rock non si era spaventato delle chitarre elettriche, neanche dei nastri magnetici, e neppure dei synth portatili. Ma il sistema MIDI non lo riescono proprio a digerire. Ovviamente non sto parlando musicalmente, dato che dal '83 in poi metà della musica diventa programmabile, ma a livello di marketing strategico e, specificatamente, in merito a quello che è il brand, se così lo possiamo chiamare, del Rock. In poche parole, il rock sente il bisogno, la necessità, di diventare "autentico". Come se la ribellione insita nel rock non potesse più appoggiarsi sulla musica, ma avesse bisogno di una legittimazione politica. Questo accade.

E così a sfruttare le nuove tecnologie sono tutte le comunità border-line dell'industria culturale: etichette discografiche indipendenti, sotto-culture, emarginati dalla società, che tirano su in un colpo solo TechnoHouse e Hip Hop. Il Pop segue. Pump up the volume! Quello che succede tra l'87 e l'89 fa sembrare il Punk, la prima grande rivoluzione musicale di stampo indipendente, uno scherzo. Nel 1989, quando cade l'Unione Sovietica con il nulla osta dei Pet Shop Boys (grandiosi), mentre tutti noi ci divertiamo a vedere Marty MC Fly in Ritorno al Futuro farsi un assolo anni '80 negli anni '50, un italiano di nome Davoli da una piccola indie italiana di nome Groove Groove Melody sfonda le classifiche di tutto il mondo con una ragazza impazzita su un pianoforte campionato che canta "Ride on Time". Un film già visto alla fine degli anni Settanta. Intellettuali e multinazionali ancora una volta non la prendono bene e preparano la depressione collettiva da rifilare ai liceali. Stanno per arrivare gli anni Novanta.

Gli anni '90. Il rock abbandona definitivamente energia e positività: "...and suddenly sad songs are not sad enough"

Per qualcuno gli anni 90 durano pochissimo, iniziano nel 1992 e finiscono 1998. Io sono d'accordo: per me il 1991 è il millenovecentottantaundici. Ma partiamo comunque dal 1990: è il momento dei grandi sussulti major dei Guns'n'Roses (se avete ascoltato i Led Zeppelin per tanto tempo non possono che far ridere, altrimenti potrebbero anche piacervi), è l'apoteosi dei Queen e del loro triplo Greatest Hits, è la consacrazione definitiva del Metal. In Italia il rock è buono (Litfiba, Vasco) perchè a scrivere canzoni siamo sempre stati bravi, e suoniamo pure bene. Infine non possiamo non citare che sono arrivati anche i giapponesi, che scimmiottano la musica rock occidentale vestiti come le bambole del "Teatro No" medievale, i cui costumi stranamente coincidono con quelli dei Kiss; si saranno detti "ma noi è mille anni che ci vestiamo così"... Nel 1990 gli Iron Maiden tirano fuori dal cilindro Fear of the Dark, un brano incredibile che piace in tutto il mondo, dalla Grecia all'Islanda, ed è l'esplosione di massa del metal. Non c'è nulla di più bianco del metal, la musica più bionda di sempre, paradossalmente sono tutti vestiti di nero. E cosa è rimasto del rock originale? Solo due cose, l'energia positiva, la carica; anche malinconica, ma sempre e comunque prorompente e dissacrante. Ribelle. Ma è proprio negli anni Novanta, che iniziano ufficialmente in un anno imprecisato degli anni Novanta, diciamo tra il 1991 e il 1994, che il Rock e i suoi figli abbandoneranno l’energia positiva che li ha contraddistinti.

Qualcuno dirà che già il metal aveva distrutto questa caratteristica, ma non è vero. Non si può dire che Afraid to Shoot Strangers degli Iron Maiden non sia carico di energia positiva. Epico o malinconico non significa scarico. Perchè invece succede che, da quegli anni lì in poi, la musica non sarà epica, sarà proprio scarica. Che è un'altra cosa. Motivo per cui il metal assumerà, anno dopo anno, i contorni di una scena quasi totalmente indipendente dal rock. Motivo per cui negli anni Novanta ritornerà di moda il punk. Se vuoi sentire chitarre elettriche e suoni rozzi senza farti venir voglia di suicidarti il punk sarà una grande risorsa in questi anni.

(Nota dell'autore: io al tempo andavo al liceo. Ascoltavo elettronica, techno e pop del cazzo fatto da dio perchè dopo 15 anni (dagli 0 ai 15) di immersione totale nel meglio del rock per colpa di mio papà, il rock di quegli anni mi faceva letteralmente vomitare. Sui Nirvana ci sputavo sopra, per me era merda. I miei amici però, che erano cresciuti con i "Ricchi e Poveri", oltre ai Nirvana perchè faceva figo, trovavano rifugio soprattutto nel punk. E a differenza dei Nirvana con il punk li appoggiavo: alla fine non mi dispiaceva partecipare a quella scena musicale, se non altro era divertente)

Dicevamo: erano tutti depressi tra il 1991 e il 1994? Ecco, direi proprio di no. What is Love non avrebbe venduto una copia. E neanche All That She Wants. Tantomeno Rhythm is a Dancer e così via. Solo quello che viene definito rock (basso, chitarra elettrica, batteria, voce roca) pare debba intristirsi per forza. E questo è un capolavoro del marketing, amici miei. Non certo di musica. La depressione grammaticale della musica rock degli anni Novanta trova la sua esaltazione nella campagna discografica di una multinazionale spacciata per arte che si chiama Kurt Cobain. Mentre il sorriso giallo, lo smile, fa capolino nelle scene musicali di tutto il mondo come simbolo della Techno, i giovani di buona famiglia benedicono il successo dei Nirvana, operazione maestosa con tanto di "denominazione di origine controllata": il Grunge.
La techno è stupida. 
Ma alla techno i Nirvana copiano il logo, e cioè lo smile, e sono perfetti per critica e discografici: non sono neri, non fanno ballare, non sono pop (musicalmente parlando), il suono è lo stesso di trenta anni prima e non hanno nessuna energia positiva. Ma sono ribelli. E questa è l'ultima caratteristica rimasta al rock. La ribellione fine a se stessa. Faccio il pezzo stonato perchè sono ribelle. Lui si uccide a ventisette anni, fottutamente biondo e ribelle. Pochi lo sanno, ma l'ultima ospitata dei Nirvana è alla RAI: il programma si chiamava Tunnel, diretto da Serena Dandini. I Nirvana fecero un mini-concerto tra una battuta di Corrado Guzzanti e l'altra. Capite? Dopo la sua scomparsa si vendono un sacco di magliette di Jim Morrison, Bob Marley e, inspiegabilmente, Che Guevara.

Furono questi i segnali che qualcosa non andava, che qualcosa stava sfuggendo di mano. E così, nel 1996, esce il primo film della storia che parla di droga, casini, disagi e quant'altro senza quasi neanche una hit grungemetal o rock che siaparlo di Trainspotting, la cui colonna sonora riscrive la storia. Ricordiamo due canzoni: Born Slippy degli Underworld (Inghilterra, 1995) e Think About the Way (bom diggi diggi bom diggi bom) degli Ice Mc (Italia, 1994).

Questo è un duro colpo inflitto al rock. la critica dirà che la techno è "post rock" per non chiamarla techno, ammettendo così che di rock non c'è rimasto quasi più niente. Con Black Hole Sun, bellissimo brano rock che "è grunge non rock", il rock si auto-dichiara ufficialmente morto. -Sole nero vieni a prendermi, spazza via il dolore-, recita il testo. Posto che WonderwallHedonism e Zombie sono bellissime canzoni ma secondo me un bel po' sopravvalutate, Creep e I'm a Loser bellissime ma non certo quello a cui eravamo abituati solo dieci anni prima, concentriamoci sulla ribellione, e cioè l'aspetto che è il punto di forza delle campagne pro-Nirvana & friends. Vi faccio una domanda retorica: è più rivoluzionario prendere un aeroporto e trasformarlo in un concerto di musica elettronica senza i permessi o andare in giro con la maglietta di Kurt Cobain? Mi spiego meglio: è chiaro che se lasci il senso della ribellione nelle università, nei college costosi, nei licei, beh, è chiaro dove andrà a finire la tua rivoluzione. Nel portacenere del college, che ci da il benvenuto negli anni 00 sulle note del nulla di Marylin Manson, ovvero il nulla del nulla più assoluto.

Gli anni '00. Il rock rinuncia alla ribellione, e va dal parrucchiere, triste, con una chitarra elettrica e un'immagine 'stock'

Avrete notato che non ho parlato dei Radiohead, a parte citare Creep. Non lo farò neppure ora che arriva il loro momento d'oro dopo due dischi di successo pubblicati nei '90, perchè a parte Creep tutto il mondo Radiohead è solo e soltanto marketing. Sarò quindi di poche parole su questi anni ridicoli dal punto di vista della musica rock. Negli anni Duemila il Rockè agonizzante, e abbandona finalmente l’ultima caratteristica che gli era rimasta, sopravvissuta perfino al “post-rock”: il profondo legame con il sovvertimento dei valori, delle mode e dell’estetica. Il Rock diventa solo e soltanto una moda estetica. Per questo che vanno i Radiohead, perchè sembrano veri. Negli anni Duemila nessuno (a parte i Radiohead) sembra vero.

E’ Rock Virgin Radio, con le sue palestre. E’ Rock il tatuaggio sul culo e forse anche la foto allo specchio, è Rock anche la tipa vestita di nero con il teschietto disegnato sullo zaino. Il fenomeno della gente con la maglietta dei Metallica al concerto di Marylin Manson. La maglietta degli Iron Maiden ai concerti di Vasco. I Blink 182 che non si sa se sono "punk" o sono "pop", che per me sono solo "rock brutto" ma poco importa. I Radiohead che sono "indie". Negli anni 00 quando una funziona, o è bella, non è rock, è Pop. O elettronica. I Depeche Mode nel 2004 fanno la figata di farsi remixare da tutti i produttori più fichi del globo e si fanno un altro giro del mondo. Si può dire che il rock è morto? Nei 2000 forse possiamo dirlo. Avevamo indugiato sui 70, sugli '80, perdonato i '90, ma gli '00 non lasciano alcun dubbio. Poi però...

Ma poi sono arrivati gli anni '10. E ho realizzato di essere convinto che il rock fosse morto perchè non stavo ascoltando la musica, ero solo vittima del marketing discografico. C'ero cascato anche io che credevo di saperne a pacchi.

Gli anni 10. Epilogo o...nuovo inizio?

Era il 2012. Una primavera calda e piacevole. Era qualche giorno dopo il brutto terremoto che colpì l'Emilia, a pochi chilometri da dove vivo. Avevo ovviamente bisogno di carica, di energia. Radio accesa. Passano Titanium di David Guetta e Sia. Alzo il volume, alzo ancora. In quel momento un'intuizione fatale.

Titanium è un disco con tanti elementi della musica europea, come le armonie, ma anche della musica afroamericana, come il ritmo. C'è un po' di Italia, un po' di Francia, un po' di California. Tecnologicamente avanzatissima, propone uno dei sidechain(tecnica di missaggio che fa sì che un suono "invisibile" modifichi il volume, al contrario, di tutti gli altri) più audaci di sempre, si balla fino a scoppiare, è dannatamente pop perchè chiunque è in grado di apprezzarla, ed è ribelle. Il testo di gasa parola dopo parola. Se sei in grado di apprezzare questa canzone quando la ascolti a tutto volume pensi che non ti potrà fermare nessuno. Come nel videoclip, dove c'è un ragazzino con la bicicletta che corre contro tutto e tutti, invincibile. Titanium ha la stessa funzione di Great Balls of Fire e di Born to be Wild. Quella di "spingere".

Ora mettiamo a posto il puzzle. Di che musica sono le caratteristiche che ho appena elencato? Pensateci. Ritornate pure all'inizio dell'articolo. Insomma, ve lo dico io. Titanium è inequivocabilmente un pezzo rock. Non certo stando a quello che era diventato negli anni Sessanta, o Settanta, o Ottanta, tantomeno Novanta o Duemila. Ma che cazzo c'entrano gli Slipknot con Jerry Lee Lewis, Elvis Presley e i Doors? NULLA. Mi stavo facendo prendere per il culo anche io.

Per fare un test ho chiesto in giro che genere fosse Titanium di Guetta. Mi hanno risposto pop/dance/edm/elettronica/electropop/techno e altri due o tre nomi che ora non ricordo. E così mi sono convinto del tutto che ci avevo preso. Il rock esiste ancora, semplicemente non devi chiamarlo rock. Chiamalo come ti pare, sta di fatto che una cosa è certa.

Artisticamente il rock è ancora vivo. È vivo in tutti i generi musicali, tranne che nel rock.

Epilogo

Siamo quindi giunti alla fine.

Ora, per spiegare gli anni '10 e raccontare il rock che non è rock, potrei darvi una sfilza di capolavori da Kygo a Skrillex, dai Muse ai Linking Park. O scrivere per un'altra ora. Ma preferisco darvi un brano scritto e cantato da me, ispirato proprio dal rock e dalla sua storia. Non a caso si chiama Alieno Blues. Vi saluto e vi abbraccio.
"In cenere, in cenere, in cenere per colpa del genere" :)







           

 




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