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Un volo su onde elettroniche: chi è Daniele Xhanino

Di Cecilia Cavalieri D'Oro
Data di pubblicazione 14/04/2015


Daniele Xhanino, musicista e pilota; una moglie, una figlia ed una gatta (quindi circondato da donne). A breve uscirà Rising, il suo primo album prodotto da Miraloop Spades; sei tracce in bilico tra elettronica e chill out, dalle influenze minimal. Qui si racconta alla redazione di Miraloop.

Chi è Daniele Xhanino?
Bella domanda, davvero una bella domanda, se non fosse che è la domanda principe alla quale ho sempre voluto rispondere. Probabilmente sono solo un sognatore, o un creativo dei sogni. Faccio musica questo sì, volo per hobby anche se ho una licenza commerciale, ho lavorato come analista chimico, ora faccio tutt’altro, direi che è difficile definirmi. Forse sono solo molto indeciso… Comunque da tutto cerco di trarre un insegnamento e tutto mi lascia o mi ha lasciato un segno, che poi è come sono fatto. Cerco di dare forma e colore a quello che vedo, a quello che vivo, creando ambienti in camere oniriche suddivise per esperienze.

Quali esperienze? Il volo? La Musica?
Tutte le esperienze; vero è che volare, e soprattutto quando volo da solo, mi dà sensazioni pure, forti che realizzo una volta atterrato, quando rivivo il volo in tutte le sue fasi. Ripercorro il decollo, gioia pura, le virate, la navigazione, l’avvicinamento e l’atterraggio. Per me è godimento. La musica è uno strumento che mi serve per dare forma e struttura al tutto. Per esempio “Seafront” lo si può paragonare a quando vedo la terra sotto di me sparire per lasciare il posto al mare che ti si para davanti infinito e brillante di giorno, o nero come il nulla di notte (che mi ha ispirato “At night), oppure all’aeroporto (che mi ha ispirato “Captivity”), prima di partire mi piace guardare tutta l’umanità che vi si trova, chi parte, chi arriva, chi saluta, chi aspetta un familiare o un amico oppure aspetta e basta (e questo mi ha ispirato “Mochila”), quello zaino… In macchina, in autostrada, quando mi devo spostare e guido o sono passeggero m’ispira moltissimo (vedi “Highway”). La vita è un meraviglioso gioco di luci ed ombre dove sempre tutto è in movimento. Sono indubbiamente tutte emozioni forti.

Perché hai deciso di fare musica elettronica?
Perché è il modo che mi riesce meglio per esprimermi e questo mi basta, non cerco ghirigori musicali o di parole, non cerco di dimostrare nulla, anche perché non ne sono capace; solo esprimo e lo faccio da minimalista convinto, ossia ripeto una frase musicale dall’inizio alla fine, variando solo piccoli fraseggi. La vita in fondo è così se ci si pensa; il sole sorge e tramonta tutti i giorni, è l’esperienza del vissuto giornaliero che cambia e ne dà il senso.

Non hai paura che il tuo minimalismo sia frainteso?
-Ripeto, io esprimo un sentimento del mio vissuto e di come io lo interpreto. Anche volare significa in fondo “decollare, navigare, atterrare” tutte le volte, ma questo non significa che sia uguale o ripetuto, è un’esperienza sempre diversa e così anche quello che faccio in musica.

Hai fatto solo musica elettronica?
No, ho suonato anche in alcune bands, come tastierista e anche come batterista, Indie, Rock e Pop. Non rinnego niente e rifarei tutto daccapo. Neanche le tempistiche cambierei. Prima di poter volare devi saper camminare e per farlo devi riuscire a tenerti ritto sulla schiena. E questo richiede tempo.

Solo ancora una curiosità. Tutti i titoli dei tuoi brani sono in inglese, eccetto “Mochila” che è in spagnolo. Perché?
Già, direi che mi piace diversificare. La musica è universale, ed io non m’identifico con un luogo preciso oppure con un idioma unico...

Altro?
Ahahah! Faccio quello che sono e mi piace il modo. Buona musica!

Daniele e l'aereo. Con il logo di Miraloop Spades, l'etichetta che pubblicherà il suo primo lavoro.







           

 




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