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Artisti & Etichette Discografiche: perché contattare una label prima di finire un progetto in studio di registrazione

Di Staff
Data di pubblicazione 19/02/2015


Un tempo, neanche fino a troppi anni fa, gli studi di registrazione venivano scelti dalle etichette discografiche. I creativi delle label affittavano lo studio, compreso di fonico, ci mettevano il produttore a lavorare con la band (e le groupies, talvolta) e si faceva il disco. Il musicista pagava la label, e la label pagava gli studi di registrazione che affittava. Chi andava forte, tra i musicisti, spesso si pagava il disco con un anticipo dalle vendite dei vinili e dei cd.

Oggi, invece, la situazione è molto diversa.

A) oggi quelli che vogliono pubblicare un disco non sono solo i musicisti che hanno un pubblico live, come negli anni passati, ma tutti quelli che fanno musica. E a fare musica oggi sono in tanti, ormai a Modena si contano più studi di registrazione che fabbriche. Se ci sono tanti creativi che fanno musica soltanto per passione, non significa che non siano bravi e talentuosi. Significa però che la label, quanto più ha velleità artistiche piuttosto che pecuniarie, e quindi non ha un ritorno misurabile, deve evitare di  andare in rimessa. Altrimenti chiude.

B) Per vari motivi, sia gli artisti che gli studi di registrazione, molto spesso oggi vivono una sorta di complesso di inferiorità nei confronti delle labels, fino ad arrivare a spartirsi un lavoro che non gli appartiene, quello di fare i dischi, che storicamente appartiene proprio alle labels. Oggi, tra gli artisti, va molto di moda spendere soldi negli studi di registrazione, incantati dalla visione di mixer giganti, moquette sgargianti e parquet lucidi, per poi andare in cerca di una label con il "disco finito". La maggior parte dei musicisti fanno così, armati di sogni e di indirizzi mail. E gli studi non vedono l'ora: hanno speso un sacco di soldi per tutto quel ben di dio, e più dischi registrano più hanno possibilità di sopravvivere.

C) Anche i collector sentono un complesso di inferiorità nei confronti delle label, cioè le etichette discografiche. L'avete vista la pubblicità di Zimbalam? E di Tunecore? "Non avete più alcun bisogno di un'etichetta discografica, basta iscriversi a Tunecore / Zimbalam". Peccato che ne Zimbalam ne Tunecore siano etichette discografiche, neanche lontanamente. Sono collector di distribuzione, un'attività che non veniva fatta dalle etichette direttamente neanche negli anni '80, quando imperversavano aziende come Global Net e tante altre. Ora vi chiederete se a Zimbalam o a Tunecore non sappiano cosa sia un'etichetta discografica... Lo sanno benissimo! Come sanno altrettanto bene che attirando musicisti in quantità, un euro di qui un euro di la il fatturato poi si fa. Poi alle label ci parlano tramite i commerciali ;)

Detto tutto questo, la situazione oggi si riassume così. Migliaia di musicisti amatoriali che potrebbero realizzare importanti obiettivi -se solo partissero dalle etichette discografiche con passione e disciplina- spendono invece soldi per far finire i dischi ai soggetti sbagliati (gli studi) e poi li buttano in rete, facendoli vendere ai collector direttamente, che ovviamente non promuovono il prodotto.

Noi riceviamo molte demo. A volte ci capita di dire al musicista "Complimenti! Bella demo!". Già, siamo convinti di fare un bel complimento, e invece… E invece ti rispondono che "il disco è finito". "L'abbiamo fatto in studio"- ti dicono. Il nome dello studio? Sono sempre gli stessi. Non gli studi, proprio i nomi: sono tutti simili tra loro. "Super Sound Recording Studio" / "Garage Studio Records" / "New Sound Studio" e così via (nomi di fantasia, ma sicuramente esistono). Nei siti compaiono le solite fotografie, astronavi meravigliose con il pavimento lucido, mixer enormi, armadi di rack e tante, tante, lucine colorate. WoW. Ma il disco non suona.

Già. Spessissimo infatti, il disco suona poco, o addirittura suona vecchio. Vecchio vecchissimo. Oppure, in altri casi, tecnicamente il disco suona perfetto, ma le potenzialità della canzone sono espresse al 2% percento. E hai voglia, poi, ad un ragazzo che ha già speso tutto, a spiegargli che per registrare una pop hit può bastare un computer, un buon pre-amplificatore (che non è grande, non ha tanti tasti ne tante lucine) e un buon microfono. Oppure a spiegargli che il prodotto con cui gira non è pronto neanche per far bella figura con una promo nelle radio locali. Nonostante ci siano idee, talento, voglia di fare.

Così abbiamo deciso di lasciare questo memorandum in rete, una piccola guida, dove elenchiamo 10 buoni motivi per non presentarsi alle label con un "disco finito in studio". Tantomeno con copertina & booklet, come accade nella maggior parte dei casi. Chissà che tutto ciò non possa essere di vitale importanza a qualche creativo! Buona lettura:

I dieci buoni motivi per fare ascoltare la registrazione di un demo ad una etichetta discografica prima di spendere tutti soldi in studio.

1) Natura e definizione

Un'etichetta discografica è un soggetto che, per natura e definizione, fa dischi. Gli studi di registrazione, per natura e definizione, sono invece soggetti che registrano. L'uno non esclude l'altro, per fare buoni dischi servono buone registrazioni. Ma ad ognuno il suo mestiere. Il problema infatti non è dato dal fatto che gli studi registrino, ma che pensano di finire il disco solo perchè il fonico smanetta pro tools. Finchè la musica non era ancora un business anche per dilettanti, gli studi venivano scelti dalle labels.

2) Creativi vs Fonici

La post-produzione è tutto quello che serve per chiudere un brano, una volta che è stato registrato tutto il materiale audio necessario. Gli studi di registrazione, nella maggior parte dei casi, non fanno post-produzione (se non per limitare dei difetti delle registrazioni stesse). La post-produzione è un'arte che va ben oltre la registrazione, e non la può fare un semplice fonico. Timbaland non è un fonico. Generalmente affidare la post-produzione ad una label vuol dire affidarla ad un creativo. Un fonico bravo può imitare il lavoro di un creativo, ma rincorrere non è mai la soluzione vincente. E comunque, a prescindere da chi sta dietro il mixer, è molto importante che a fare la post-produzione sia una persona diversa da quella che ha registrato. Esattamente per lo stesso motivo per cui nel cinema, anche se il regista sa benissimo come fare un montaggio, affida il lavoro ad un montatore, e il montatore non fa il colorist.

3) Siamo nel 2017

Nella foto un classico studio "inutile" nel 2017. Uno studio stupendo, la Hit Factory di NY. Stupendo ma per la maggior parte degli artisti inutile. Mi spiego: anche io preferisco le muscle cars di cinquant'anni fa a quelle di oggi, e appena potrò realizzerò il mio sogno di acquistare una Dodge Charger del '69, 7000 di cc e 258 kw, quella che consuma 1 litro di benzina quando la metti in moto, perchè è bella. Ma non perchè mi serve. Ecco, uguale uno studio di registrazione. Come diceva Tom Waits, la musica è come la medicina: ti faresti mai operare al cuore con una macchina degli anni '50 perché è grossa e ha tante lucine colorate? No. E allora non si capisce perchè solo la tecnologia musicale esuli dal progresso. L'elettronica negli anni '10 del terzo millennio non la si può fare con strumenti degli anni '80 del secolo scorso. Il mixer gigante ha il suo fascino, i fans ci cascano. Ma non vi fate abbindolare da chi aveva messo soldi da parte vent'anni fa, e ascoltate la musica che tocca il cuore delle persone. I Coldplay? Sono stati prodotti da Avicii. Dove pensate che Kygo abbia registrato Firestone? Se i Pink Floyd iniziassero adesso a fare musica, acquisterebbero la Komplete della N.I. a 800 euro o un mixer da 30.000?

4) Economia domestica

Tony Maserati gira per gli Usa con un paio di monitor, un portatile e una scheda audio. E così ha lanciato i Black Eyed Peas. La differenza tra uno studio di registrazione e una label è che uno studio di registrazione dovrà sempre proporti la soluzione più costosa per fare il disco perfetto. Ad una label, invece, non gliene frega nulla di farti pagare caro il disco. Anzi. Stai tranquillo che la label sa dove e come farti spendere poco o niente. Anche perché se ha sotto contratto artistico degli artisti, si è già messa ai ripari. Questo è il motivo per cui noi come etichetta discografica vendiamo a poche centinaia di euro lavori che alcuni studi (i pochi a fare cose simili) salgono a migliaia.

5) Cointeressenza

Gli studi di registrazione non sono poi quelli che vendono i dischi. Quindi non hanno nessun interesse a rischiare. Ad uno studio, generalmente, se il disco è forte o meno, cambia poco. Sia moralmente che economicamente. Perché? Perché gli studi di registrazione si reggono economicamente sul numero di dischi che vengono registrati e sulle ore che si spendono in sala prove, mentre le etichette si reggono sulla qualità dei dischi che vengono pubblicati. Perché non è che se ci metti 2 anni a fare un disco noi label ci guadagniamo, anzi. Vero che esistono studi gloriosi come Fonoprint o Nautilus che non contano sul numero, così come al contrario ci sono etichette come Sticaz Records (nome di fantasia) e che incassano solo sul numero, viste le poche vendite di ogni singolo, ma eccezioni a parte il modello di business è completamente diverso. Se non vuoi essere un +1 di tanti 1, prima di finire il disco chiedi alle label cosa ne pensano, e investi sulle labels, investi in marketing, investi in idee. Ora si sa, qualcuno potrebbe obiettare che gli studi oggi stampano pure i cd. Già, ma non per venderli al pubblico, semplicemente per allargare i servizi disponibili! Di fatto quando un etichetta discografica ti fa partecipare alla produzione ti sta facendo risparmiare, perchè si aspetta che tu possa investire, uno studio di registrazione no. E questo non fa parte della personalità del gestore, di brave persone o cattive persone, ma solo ed esclusivamente del tipo di interesse che c'è dietro.

6) Basic Marketing - Digital Era

Nella foto qua sopra, una produzione Miraloop al numero 1 della classifica reggae-dub di Beatport davanti a Shaggy, Marley, Aluna George. Si chiama Afrofuturism, è firmato Ethiopia Ringaracka, un progetto afro-italiano futuristico e sognante. La dimostrazione che una label è costretta a fare del marketing, tutti i giorni. Ogni giorno di più. Convincere la distribuzione a far mettere il banner pubblicitario su iTunes, rompere le palle a tutto il mondo per essere visibili negli stores e nelle campagne mobile migliori, sono tutte operazioni che portano la label a vedere il "prodotto discografico" dall'esterno. Oggi il rapporto tra label e stores è roba seria, non è più come anni fa, quando i negozianti di dischi erano tanti, guadagnavano e contavano qualcosa. Oggi gli stores e le piattaforme streaming e mobile sono un centinaio in tutto il mondo, e quelli rilevanti saranno una ventina. Lavorare bene significa lavorare con loro. Noi di Miraloop abbiamo fatto circa 30 classifiche nazionali e internazionali negli ultimi 2 anni, ad esempio Beatport e iTunes, perchè abbiamo lavorato il prodotto dall'inizio alla fine. Tra le opere che ci hanno dato questi risultati non ce n'era neanche una prodotta da uno studio di registrazione senza un produttore esecutivo gestito dalla label.

7) Advanced Marketing - B2B vs B2C

Esistono due modelli di business nel mondo degli e-commerce. Il modello "Business to Business" (B2B) e il modello "Business to Client" (B2C). Esiste cioè il business che fa transazioni con altri business, senza arrivare direttamente all'utente finale, e il business basato sulle transazioni con l'utente finale. Per fare un esempio semplice semplice, la ditta che produce cinture e accessori per le grandi firme è B2B e il negozio di Armani B2C. Paragonando il tutto al nostro caso, è come se lo studio di registrazione fosse B2B e la label…entrambi: sia B2B che B2C. Una label, quindi, può lavorare con gli artisti esattamente come uno studio, ma poi deve anche sapere proporre il prodotto al consumatore di musica. Fatto questo ragionamento, ti sembra il caso di portare ai clienti finali un lavoro finito da un soggetto il cui business non dipende dai clienti finali ma...esclusivamente da quanti soldi gli dai tu?

8) Orgoglio

Lo studio fa il disco esattamente come lo vuoi tu. La label magari no. E questo ad alcuni può fare incazzare. Perché lo studio fa quello che vuoi mentre la label entra in merito? Perché ad alcuni artisti da fastidio che non si eseguano meramente ordini nella realizzazione del disco? Sembrano due domande semplici, ma non lo sono. Non affrettare risposte superficiali :)

9) What is Pop? Baby don't hurt me...

A meno che tu sia un virtuoso del clavicembalo, e specie se fai pop music, è assolutamente sconsigliato affidare la riuscita del disco alla sola registrazione di un fonico. Il risultato è già sentito, per antonomasia. In teoria sarebbe sconsigliato comunque (vedi Bernstein e la sua post-produzione sulla musica classica, piccoli grandi capolavori), ma se fai pop sarebbe proprio un errore grave, da Be-Bop-A-Lula e dai Beatles in poi. Noi, ad esempio, amiamo la roba elettrica, fantastica, lavoriamo per costruire sogni, non fotografie. Sono anche questioni di gusti, è chiaro, ma della registrazione acustica nuda non ce ne facciamo niente perchè, da un certo punto di vista, siamo anni '60: ci piace giocare con il "nastro". I Beatles, senza la magia dell'elettronica da Sergent Pepper's Lonely Heart Club Band ad Abbey Road, non sarebbero mai stati i Beatles!

Se invece tu sei un musicista acustico, e non vuoi alcun intervento di produzione, devi comunque sapere che l'imbastimento della parte grafica, visiva e di marketing del progetto è assolutamente rilevante.

Se sei un musicista acustico che si è registrato il brano, si è fatto la sua copertina, si è stampato da solo il cd e si gestisce da solo la pagina Facebook allora NON HAI bisogno di un'etichetta, ma di un promoter che ti aiuti a trovare concerti a pagamento. Quindi non ha senso scrivere mail random alle label chiedendo "promozione", magari senza alcuna intenzione di investirci.

10) Strategia!

Per fare successo nel mondo della musica, i soggetti più importanti di cui hai bisogno sono, in ordine, quattro:

- etichetta discografica - agenzia booking - editore - promoter specializzato.

Dedicherò un intero articolo a questo punto perchè nessuno sa di cosa si sta parlando. Questi ruoli sono innanzitutto lavori diversi, secondo vanno considerati a step. L'ordine in cui ho elencato i soggetti è l'ordine in cui dovrebbero apparire. Tralasciando di motivare perché è bene evitare di avere a che fare con un soggetto piccolo che si propone di fare tutte e tre le cose (lo sappiamo, è il sogno di tanti, ma può essere anche un incubo, siete avvertiti...) sappiate che trovare le agenzie di booking e i promoter giusti dipende dal risultato lavoro del primo anello della catena di montaggio, e cioè le labels, perché sono proprio le label a confezionare il prodotto in tandem con il lavoro di agenzie e promoter. A meno che il soggetto in questione non sia una major, la quale fa tutti i ruoli insieme ma comunque non quello di label (tutti voi che pensate che l'etichetta di Fedez sia la Sony, andatevi a cercare cos'è Newtopia). Poi, sia chiaro, di gente che cerca promozione specializzata con dischi non validi ne è pieno il mondo, e questo fa la fortuna di alcuni uffici stampa che promettono rotazioni radiofoniche inconsistenti, anche di brani insuonabili, agenzie che piazzano sincronizzazioni inesistenti di brani insuonabili, editoria selvaggia, finte agenzie e...chi più ne ha ne metta: certamente non vanno dagli artisti a dire "il tuo brano fa schifo". Prima incassano le mille, tremila, cinquemila, poi a giochi fatti ti dicono che non spingeva. Ed è gente che fa questo da 40 anni, quindi poche scuse.

Conclusione

In poche parole: scorporate la registrazione dalla produzione, finchè siete in tempo :) E con questa sintesi estrema dei 10 buoni motivi, vi auguro buon lavoro, a prescindere da quel che vi va di fare. Perché anche come ci si sveglia la mattina, nelle scelte della vita, ha la sua importanza.

Ascoltiamo le demo e le proposte a questo indirizzo mail: [email protected]. Sul sito vedete quattro etichette discografiche. Brevemente. Se siete compositori o performer classica / contemporanea: Diamonds. Se siete artisti, cantanti e cantautori Hearts, se siete producer in cerca di nuovi suoni Spades e se siete dj-producer Clubs.

A presto e di nuovo...buona musica!







           

 




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